28 marzo 2011

A proposito di capelli: curarli con l'hennè


Tutto il sole di questi giorni, mi ha ricordato che sta per avvicinarsi l'estate e, come al solito, dal momento che la mia pigrizia mi ha spinta a trascurarmi un pochino, mi guardo allo specchio e penso che devo correre immediatamente ai ripari! A parte la faticosa e deprimente “prova costume”, per la quale so già che dovrò adoperarmi più del solito per riuscire ad ottenere entro luglio un fisico, non dico “invidiabile”, ma, quantomeno “accettabile”, c'è qualcosa che posso fare nell'immediato per regalarmi un aspetto almeno più ordinato: prendermi cura dei miei capelli.
Mi sono accorta, infatti, che ultimamente, nonostante shampoo e balsami vari (o, forse, proprio a causa dei lavaggi frequenti e dell'uso di prodotti non idonei), i miei capelli appaiono indeboliti e poco lucenti, talmente crespi da farmi assomigliare allo spaventapasseri de “Il Mago di Oz” . Che immagine disgustosa! A questo punto, mi basta dare una rapida scorsa al mio libro di erboristica per rammentare che un valido aiuto, per restituire ai miei capelli il nerbo ed il vigore perduto, viene dall'hennè.

Creare un impacco è semplicissimo: basta mescolare 10 cucchiai di hennè neutro con dello yogurt, in una quantità sufficiente ad ottenere una pasta morbida, ma non liquida.
Aggiungere, poi, qualche goccia di olio d'oliva o di mandorle dolci ed intiepidire l'impasto, scaldandolo a bagnomaria.
Per l'applicazione è opportuno distribuire il composto omogeneamente lungo tutta la lunghezza dei capelli con l'aiuto di un pettine e coprire la testa con della pellicola per alimenti, lasciando in posa per almeno un'ora.
Trascorso il tempo di posa, è necessario sciacquare abbondantemente con acqua tiepida e lavare i capelli con uno shampoo neutro che deterga in profondità.

L'hennè, oltre a costituire un ottimo rimedio antiforfora e ad avere proprietà sebo-normalizzanti della cute, è anche un buon riflessante: viene, infatti, preferito anche in Italia come valida alternativa alle tinture chimiche, poiché, a differenza di queste ultime, non penetra all'interno del capello, ma lega sulle squame della sua cuticola, aumentandone leggermente il diametro, si' da rendere la capigliatura più voluminosa e resistente agli agenti esterni e conferendole un aspetto più sano.

Gli usi di questa pianta sono molteplici: sembra, infatti, che giovi alle malattie della pelle, uccida i parassiti, sia un valido aiuto per curare la calvizie, abbia proprietà rinfrescanti e deodoranti.

Tradizionalmente, oltre ad avere il significato propiziatorio di aiutare l'uomo a richiamare la divinità, questa pianta è legata ad una leggenda della mitologia indiana che vuole che Shiva, Dio della distruzione, si fosse innamorato di Parvati, sua consorte, dopo che ella aveva decorato il suo corpo con l'hennè. Tuttora, le decorazioni sono espressione di seduzione e vengono considerate di buon auspicio per i riti nuziali ed il focolare domestico, attraendone la protezione.

Detto questo, corro ad impiastricciarmi la chioma di yogurt ed hennè...Che diventi anche più “appetibile”?!

Nessun commento:

Posta un commento