29 marzo 2011

Cos'è l'Olistica: ce lo spiega Paola Cimarosti

Paola Cimarosti - Consulente olistica

"Oggi, ad un bivio cruciale nella storia dell'umanità abbiamo bisogno di nuovi concetti, nuovi valori, ed una nuova visione per guidare i nostri passi verso un futuro umano e sostenibile. La consapevolezza deve innalzarsi e trasformarsi da locale ed ego-centrica a globale e di dimensione planetaria. La nuova coscienza richiede una visione olistica di noi stessi, delle nostre società, della natura e del cosmo. Il grande compito, la sfida del nostro tempo, è cambiare sé stessi”. (Ervin Laszlo)

Ho spesso parlato di “rimedi naturali” identificando con essi, principalmente, l'erboristica e, più in generale, tutti i rimedi messi a disposizione della natura per la cura di determinate patologie. Tuttavia esiste una filosofia o, più propriamente, un “approccio” all'argomento, che può essere definito “globale”, poiché, partendo dall'assunto secondo cui anima, mente e corpo sono un tutt'uno, utilizza una serie di strumenti atti a ristabilirne l'equilibrio e colmarne i vuoti. Ma in cosa consiste precisamente l'olistica? Per rispondere a questa domanda ho fatto un paio di domande (si, giusto “un paio”!) a Paola Cimarosti, Operatore e Consulente olistico che, dall'età di diciannove anni, ha cominciato a dedicarsi alla ricerca nel settore psicologico e spirituale, frequentando corsi, seminari e conferenze. Paola, che si è formata presso riconosciuti Maestri e Guaritori spirituali, attualmente, lavora in Italia ed all'estero e tiene seminari di autoguarigione e realizzazione personale.

Paola, puoi spiegarci brevemente in cosa consiste la scienza olistica?
Più che una scienza, l’olistica è una filosofia, un approccio. Il termine deriva dal greco “olos” che significa tutto, la totalità. L’approccio olistico ad una qualsiasi cosa implica il considerare un elemento nel suo insieme, nella sua totalità, più ancora che in singole parti separate.
L’approccio olistico alla salute o alla persona è tipicamente orientale e comporta il considerare l’essere umano come un insieme di elementi interagenti e reciprocamente influenzabili. Significa quindi considerare l’uomo come un Essere composto da corpo, mente, emozioni e spirito. Essendo queste componenti in estremo contatto e interazione, un qualsiasi input in una di queste sfere, produce automaticamente degli effetti nelle altre. Pertanto, una malattia o un qualsiasi disturbo fisico verranno approcciati anche dal punto di vista psicologico, emotivo e spirituale, sfere nelle quali potrebbero risiederne le cause.
In altre parole, secondo l’approccio olistico, la salute anche fisica, dell’uomo risiede in tutte le componenti del suo essere”.

Di quali strumenti si avvale?
Le tecniche di guarigione utilizzate nei trattamenti olistici sono di diversa natura, tutte però si basano sullo stesso approccio al ricevente. Molte intervengono principalmente sul piano energetico, altre su quello fisico e altre ancora su quello emozionale o psicologico, ma tutte considerano la sfera della totalità della persona.
Tra le tecniche e le discipline più comuni che appartengono all’approccio olistico ci sono per esempio l’Omeopatia, i Fiori di Bach, il Reiky, il Pranic Healing, la Digitopressione e molte altre”.

Quando hai iniziato il tuo percorso per diventare Consulente Olistico?
Il mio percorso nel mondo Olistico prende avvio molto presto, attorno all’adolescenza. E’ un percorso inizialmente inconsapevole, dettato dalla mia natura e da una forte attrazione per tutto quello che è la spiritualità. Lavorare come terapeuta e consulente è stata una naturale conseguenza dell’impegno costante, della passione e, evidentemente, anche delle attitudini personali”.

Prima di diventare consulente, è necessario lavorare anche su se stessi?
Credo che prima di fare qualsiasi cosa nel campo della terapia sia fondamentale lavorare su se stessi. Innanzitutto questo ci da una conoscenza di prima mano di ciò che stiamo facendo. Inoltre costituisce un interessante metro, benché personale, di come un organismo reagisca a determinati stimoli. Al di la del fatto che è, o meglio dovrebbe essere, normale che un terapeuta si prenda cura di sé, è anche importante fare molta esperienza prima di intervenire sugli altri. L’esperienza viene con la pratica e cosa c’è di meglio che lavorare ad un percorso personale per conoscere a fondo molte delle tante sfaccettature di questo campo? Piano piano viene da sé che, quando saremo pronti, l’Universo ci porterà ad un livello successivo, ovvero la terapia al servizio degli altri. L’importante è essere umili e approfondire al massimo con se stessi prima di prendere la responsabilità della salute e del benessere degli altri”.

E' necessaria una “sensibilità” particolare per diventare consulente?
La sensibilità è una delle doti richieste credo un po’ in tutte le professioni soprattutto se a contatto con la persone. Nel campo della consulenza o della terapia, è chiaro che un po’ di sensibilità extra o “superiore” aiutano moltissimo”.

In quali occasioni una persona dovrebbe affidarsi ad un consulente olistico?
In genere le persone si rivolgono ad un consulente o ad un terapeuta quando ritengono di avere bisogno di un aiuto per superare una prova o un particolare momento della vita, così come una malattia o un sintomo che desiderano approcciare in modo non convenzionale”.

Quanto è importante l'empatia con il cliente? E se non scatta, cosa fare?
Permettimi una piccola precisazione: quando un consulente o un terapeuta lavorano col cuore e le giuste motivazioni, non hanno mai clienti, ma riceventi.
L’empatia è molto importante, aiuta ad entrare in stretta comunicazione e quindi ad accedere con maggiore facilità all’universo di quella persona. Tuttavia è altrettanto importante saperla gestire professionalmente senza farsi coinvolgere dalla specifica realtà del ricevente.
Quando non scatta è perché forse è il caso di non procedere con quella persona, su quell’obiettivo o in quel momento. Se già all’inizio c’è molta resistenza è in genere segno che bisogna rallentare e procedere con delicatezza altrimenti si rischierebbe di fare una forzatura a volte non necessaria il che, in un discorso di armonia e rispetto, che è alla base di un approccio spirituale, c’entra proprio poco. Forse il ricevente non è pronto, forse non è l’approccio specialistico migliore per lui, forse le sue barriere hanno bisogno di un contributo professionale differente. Forse, la sua natura, unita alla nostra non da il massimo dell’amore, o forse ci sono ragioni karmiche che possiamo quantomeno comprendere, e forse sciogliere, facendo un passo indietro e approcciando il ricevente e la situazione in chiave diversa. Quindi, in generale, suggerirei, a meno che non faccia parte della terapia, di non forzare mai le situazioni e i rapporti. Tutto viene da sé”.

La medicina olistica può essere considerata una valida cura?
La medicina olistica è un insieme di metodi di guarigione orientali che hanno in comune la stessa visione della persona. Le tecniche o discipline orientali che ne fanno parte sono considerate in Occidente sempre più un valido complemento, se non addirittura un’efficace alternativa, alla medicina allopatica”.

Quali sono i benefici in termini di salute che può apportare l'olistica?
I benefici sono molti sia sul piano della salute fisica che sugli altri piani, ovvero emotivo, psicologico e spirituale. Innanzitutto già lo scegliere di adottare una visione “globale” di se stessi e della realtà porta in un filone di esperienza molto più tranquillo e sereno. Adottare nuovi punti di vista, approcciare la malattia o la vita in chiave di apprendimento più che di vittimismo, l’agire sulla propria salute e vita in modo naturale, attivo e rispettoso sono tra i piacevoli benefici di cui si gode in un cammino di questo tipo”.
Quanto dura il percorso per un ricevente?
Dipende dai suoi obiettivi e motivazioni. Se l’obiettivo è la cura di un determinato sintomo, direi il tempo tecnico per individuarne la vera causa e agire su di essa. Trattandosi di un viaggio all’interno di un essere umano, questo tempo tecnico è molto variabile e può essere fortemente influenzato dalla disponibilità/apertura del ricevente lungo tutto il percorso.
Se l’obiettivo è invece legato ad adottare un diverso approccio e stile di vita, direi che potenzialmente potrebbe essere molto breve così come lunghissimo, in quanto il viaggio nella medicina alternativa e nella spiritualità è molto affascinante e sfaccettato, da divenire un piacevole compagno per tutta la vita. In quanto l’essere presenti su questa terra è motivato dall’esperienza con la materia e dall’apprendimento, finché siamo in vita, ci sono sempre tantissime cose da comprendere e migliorare. Diciamo che un ricevente curioso e aperto difficilmente lascerà il mondo olistico. Cambierà maestri, referenti, consulenti e terapeuti, ma il suo percorso sarà continuo”.

Durante il percorso di crescita, il ricevente può subire degli squilibri emozionali? Voglio dire, inizialmente, può avvertire di sentirsi peggio?
Si, certo può capitare, fa parte del percorso, della gestione del cambiamento.
A volte per cambiare abbiamo bisogno di abbattere delle barriere o, per esempio, lasciare indietro delle convinzioni così come delle parti di noi. E’ normale che il nostro essere di fronte ad un cambiamento, benché sulla carta fantastico, si rannicchi un po’ proteggendosi o resistendo ad abbandonare aspetti, anche nascosti, della propria personalità. E’ naturale che a tratti resistiamo al nuovo. Questa resistenza, benché spesso inconscia, ostacola il nuovo flusso e ciò crea una sorta di temporaneo “scontro” tra due energie differenti. Di qui i momenti di sconforto o di apparente “peggioramento”. In realtà si tratta solo di una fase temporanea, molto normale e dovuta ad un nuovo, migliore, equilibrio che si sta generando. Col tempo il ricevente impara a riconoscere questi momenti e, avendo familiarizzato con i propri meccanismi, può gestirli fin dal loro affacciarsi impedendone la piena manifestazione. Strada facendo il rapporto con noi stessi si affina talmente tanto che l’Universo non ha più bisogno di “urlare” per farsi ascoltare da noi, gli basta un sussurro e la nostra anima si adagia a quel vento di saggezza e amore”.



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