12 marzo 2011

Coincidenze: segni o casualità?

"Possediamo tutti un'anima superiore che tocca il Cielo. Nel silenzio entriamo in contatto con quest'anima che è forza, potenza, armonia, luce, pienezza, che è la quintessenza di Dio stesso." (Aivanhov)

Dicono che le coincidenze siano le parole degli Angeli. A quanto mi hanno spiegato, il destino di ciascuno di noi è parzialmente scritto: prima di incarnarci in un corpo fisico, alla nostra anima vengono impartite delle “disposizioni” e le viene spiegato il compito che dovrà svolgere sulla Terra facendo affidamento sul proprio talento. Poi, attraverso il nostro “libero arbitrio” ed il nostro discernimento, dovremmo essere in grado di raggiungere l'obiettivo da soli. Purtroppo, però, queste informazioni cadono presto nell'oblio, per cui a noi resta solo una vaga percezione del lavoro che ci è stato affidato e, molto spesso, nemmeno quella. Quindi cominciamo a soggiornare sulla Terra chiedendoci quale sia il nostro compito; girovaghiamo senza meta come un mobile di Ikea senza libretto di istruzioni. Spesso deviamo dal percorso stabilito, inerpicandoci per strade non asfaltate ed imbattendoci in situazioni che ci fanno soffrire. Ma proprio le afflizioni sono necessarie per riportarci in carreggiata, per quanto possa sembrare una spiegazione dietrologica. In effetti, da un po' di tempo, sto molto attenta ad osservare ciò che mi accade quotidianamente, convinta che, dietro gli avvenimenti all'apparenza più insignificanti, possa celarsi un qualche segno della divinità che cerca di mostrarmi come procedere. La mia mente ed il mio istinto percettivo sono sempre all'erta e, quando devo compiere una scelta, mi pongo in ascolto e cerco di intendere cosa stia cercando di dirmi la mia individualità. Eh si, perché al nostro interno abbiamo un aspetto, per così dire, “double face”: da una parte siamo profondamente caratterizzati dalla personalità, che fa parte del nostro “Io inferiore”, che, per riassumere e semplificare, ci spinge verso i sentimenti più biechi, che so, la cupidigia, la brama, il possesso, il potere e, aimè, è quella che durante il corso di tutta la nostra esistenza tendiamo, impropriamente, a sviluppare. Poi, invece, c'è l'aspetto più “alto” e “spirituale” di noi, l' “individualità”, che, al contrario ci sostiene e ci incoraggia e tirare fuori tutti i nostri migliori sentimenti e a costruire la nostra esistenza sulla base di quelli. Ecco, più o meno questa è la struttura della nostra anima, senza voler troppo approfondire l'argomento in questa occasione. Detto questo, quando mi trovo di fronte ad una situazione in cui mi tocca effettuare una scelta, e non mi riferisco soltanto ad una scelta concreta fra due cose, ma anche fra due stati d'animo, come ad esempio stabilire come reagire di fronte a determinati atteggiamenti di altri, mi pongo in ascolto ed aspetto il consiglio. Se desideri sinceramente che “qualcuno” venga in tuo aiuto e ti apra la mente, se sgombri l'animo da tutte le percezioni distorte e le (false) convinzioni a cui sei ancorato, l'aiuto arriva. Ed è un po' quello che mi è accaduto in questi ultimi due giorni e che sono qui a raccontare. Qualche settimana fa avevo svolto una ricerca su internet per trovare buone Scuole di naturopatia, decisa ad approfondire alcune tecniche che sto provando attualmente su me stessa. La medicina naturopatica, per capirci, è una medicina complementare che si basa sull'uso di tecniche e di rimedi naturali, oppure su l'adozione di stili di vita sani e in armonia con i "ritmi della natura". Va be', ma a voi questo non interessa (per ora!). Ad ogni modo, questa indagine mi fa approdare ad un Istituto di Roma che mi da una sensazione di serietà e completezza. Ma, poiché sono una donna pigra, la mia prima preoccupazione è la distanza: pensare di dover affrontare duecentocinquantatrechilometri solo per assistere alle lezioni, mi demoralizza, così decido di mandare una mail, chiedendo se sia possibile frequentare i corsi “online”. Dopo qualche giorno mi rispondono dalla segreteria della scuola, mi forniscono ogni genere di informazione, ma non appagano la mia richiesta principale: POSSO FREQUENTARE RESTANDO COMODAMENTE SEDUTA SULLA POLTRONA DI CASA?! Niente di fatto. Archivio la mail e passo oltre. Decido, allora, di effettuare una ricerca più specifica nella mia Regione e mi imbatto in un'altra Scuola, questa strutturata come fosse un'Università, con tanto di esami da sostenere e di tesi finale, ma che, alla fine del percorso rilascia un attestato non meglio definito. Per chiarirmi le idee chiamo Marco, ne parliamo, ci scambiamo le nostre riflessioni e decidiamo di andare insieme a verificare di persona ad aprile, quando lui sarà finalmente libero dagli esami. Ok, caso archiviato! Passano i giorni. Non ci penso neanche più. Ritengo di non dover essere impaziente e di dover aspettare che la strada si spieghi da sola. Mi passa di mente. Arriviamo a due giorni fa. Mi metto a letto e mi accorgo di aver dimenticato a casa di Francesco il libro che stavo leggendo; poco male, sarà l'occasione per riprendere quello di Aivanhov che avevo lasciato incompiuto. Il segnalibro mi riporta al capitolo “La personalità vuole vivere la propria vita, l'individualità vuole realizzare i progetti del Signore”. Aivanhov dice: “ […] Ma dato che tutti ignoriamo quali siano i progetti del Signore a nostro riguardo, bisogna chiederglielo e, anche se non riusciamo ad afferrarli chiaramente, bisogna supplicarlo dicendo: Signore, non riesco a capire, almeno fa' Tu tutto ciò che occorre; spingimi, anche ciecamente, a mia insaputa, a fare la Tua volontà. Serviti di me, prendi possesso di me, vieni e risiedi in me.[...]”. Decido di aggiungere questa invocazione al mio ringraziamento notturno. Mi addormento. Il giorno seguente, come di regola, scarico le mail. Tra le varie, un invito del Direttore della Scuola di Roma che mi prega di contattarlo poiché gli farebbe piacere che io assista ad una loro lezione. Mi ascolto. Si, gli telefonerò. Faccio mente locale: una serie di “casualità” si sono concatenate. Non può essere fortuito. Il fatto che l'invito preveda la mia partenza per Roma entro il giorno successivo, mi spiazza un pochino, perché ho poco tempo per organizzarmi e non so se a Francesco faccia piacere macinare chilometri dopo una settimana di lavoro. Ma il mio fidanzato è speciale (non l'ho scelto a caso) e subito si dichiara disponibile a darmi una mano. Sarà anche l'occasione per farci finalmente quel week end fuori porta che rimandavamo da un po' di tempo Tutto torna. Ho avuto come la sensazione che “qualcuno” volesse ricordarmi qualcosa. Magari la Scuola non mi piacerà o, forse, deciderò che non mi piaccia l'argomento, ma, in un senso o nell'altro, questa serie di accadimenti sono stati posti sulla mia strada per aiutarmi a sciogliere un dubbio ed effettuare una scelta. Dite che si tratti di coincidenze? Io preferisco credere di aver ascoltato la voce degli Angeli...

3 commenti:

  1. Bello... ma ribadisco il mio consiglio: leggi qualcosa di Vito Mancuso e vedrai la Fede in Dio per quella che è non per quella che ti hanno inculcato. :)

    RispondiElimina
  2. Grazie, Sansone, di certo seguirò il tuo consiglio, poiché mi piace essere aperta ad ogni nuova intuizione. Però ci tengo a sottolineare una cosa: la mia "fede", se così si può definire, non mi è stata inculcata, ma è il risultato di una profonda ricerca di me stessa che ho intrapreso da qualche tempo e di una "crescita spirituale" non propriamente cattolica. Non dobbiamo fare molta strada per incontrare Dio, è vicino a noi ed in ciascuno di noi. Anche tu sei Dio (sotto le mentite spoglie di Marmaduke!). Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Riporto una precisazione che Paola Cimarosti ci ha tenuto a fare sulla pagina del gruppo a proposito di questo post e che sono ben felice di condividere. Testualmente: "[...]piccola precisazione.... L'anima sceglie con le sue guide le lezioni e le cose che dovrà sviluppare nella sua incarnazione. Quindi più che di compiti affidati, direi che si tratta di obiettivi studiati ad hoc e concordati anche nelle modalità. Sta poi al mobile Ikea (mi hai fatta morire dal ridere) trovare/ricordare il suo percorso, e qui entrano in gioco anche gli incontri e le coincidenze."

    RispondiElimina